Il mio ucelino

sabato 20 febbraio 2010

Tutti a scavare

Data 08/02/2010
Nella Località San Giovanni in Persiceto.Bo Via menzoni BORA
Abbiamo fatto uno scavo di 2,5x2,6 m
La compozizione del terreno: SABIA 
Colore: Griggio 
Consistenza: Friabile
Componenti Naturali Organici: Legno osa carbone semi
Naturali Inorganici: Ciottori
Aftificiali: Pavimenti vasi anfore tecore
Descrizione: Muri con pavimenti ad asagonete e a lisca di pesce resti di focolare zona di conservazione degli alimenti crolo del tetto e resti di anfore
Interpretazione: Resti di abitazione
Elementi Datanti: mattoni pavimenti legno e ceramica
Datazione: Eta Romana
Vasile Marius Daniel







giovedì 4 febbraio 2010

Il 03-02-2010

Ieri il 03-02-2010 sono svegliato mi sono lavato la faccia e i denti, mi sono vestito e sono andato in cucina per fare la colazione.


Dopo sono uscito fuori e ho aspettato l’autobus per andare a scuola insieme ai miei amici.

Quando sono arrivato a San Giovanni sono venuto a scuola e ho aspettato il orario per entrare. Abbiamo fatto 6 ore, e dopo siamo andati accasa, Quando sono arrivato accasa mi sono cambiato i vestiti, sono andato in bagno mi sono lavato le mani e i denti e sono andato in cucina per mangiare. Dopo che ho finito di mangiare sono andato nella mia stanza ho acceso il computer e mi sono connesso su Yahoo Messenger per parlare con i miei amici, Dopo che o finito di parlare sono entrato su Skype e ho fatto una telefonata ai miei nonni che sono in Romania, che mi hanno chiesto se sono stato promosso al esame per la patente che lo ho fatto il 02-02-2010. Quando anno sentito che sono stato promosso sono stati molto contenti, dopo ho chiesto a loro come sta la mia cagnolina, che e in romania, mi hanno detto che sta bene ed e diventata molto cattiva adesso che e cresciuta, dopo che abbiamo parlato di tutte queste cose ho chiuso la telefonata e sono entrato su Google per cercare delle informazioni sulla mia Coccorite che e un uccello piccolo che in 2 anni se tieni cura di lui impara parlare. Dopo che ho finito tutto questo, Sono andato in soggiorno e ho guardato un film insieme a mia madre.

Alle ore 17:40 mio padre e tornato accasa, e siamo andati in garage per riparare la bicicletta.

Alle 20:00 abbiamo mangiato, dopo sono andato in bagno e ho fatto una doccia, e poi sono tornato in soggiorno per guardare un altro film.

Alle 23:30 dopo che il film e finito sono andato a letto. E cosi e passata la mia giornata di ieri.

VASILE MARIUS DANIEL

venerdì 22 gennaio 2010

Informatica

L'informatica è lo studio dei fondamenti teorici dell'informazione e della computazione e delle tecniche pratiche per la loro implementazione e applicazione nei sistemi informatici. È frequentemente descritta come lo studio sistematico dei processi algoritmici che descrivono e trasformano l'informazione. È il punto di incontro di almeno due discipline autonome: il progetto, la realizzazione e lo sviluppo di macchine rappresentatrici ed elaboratrici di numeri e i metodi di risoluzione algoritmica di problemi dati. La domanda principale che sostiene l'informatica è "Come si può automatizzare efficientemente un determinato processo?". L'informatica spazia in diversi campi più ristretti: lo studio dei linguaggi formali e degli automi, che riguarda anche i compilatori; lo studio della complessità computazionale, in particolar modo per la minimizzazione del numero di istruzioni da eseguire per la risoluzione di un problema e per la ricerca di algoritmi approssimati per risolvere problemi NP-difficili; la crittologia, la scienza che studia i metodi per rendere un messaggio incomprensibile a chi non sia in possesso di una chiave di lettura del messaggio stesso; la teoria dei codici, utilizzata per la compressione dati o per aumentare l'integrità dei dati; la ricerca operativa, per fornire strumenti matematici di supporto alle attività decisionali; la computer grafica, suddivisa a sua volta in grafica bitmap e grafica vettoriale; citando solo alcuni sottocampi.




Dallo studio dei linguaggi formali e degli automi provengono quelle conoscenze che permettono la progettazione di linguaggi di programmazione e di compilatori le cui finalità sono quelle di poter fornire gli strumenti essenziali per sviluppare il software di base, come il sistema operativo, e quello applicativo (editor di testo, browser, etc.) e, di conseguenza, di rendere il computer universalmente accessibile alle persone. Esistono frange di persone che confondono l'informatica con aree vocazionali che tipicamente riguardano l'utilizzo di software applicativo e che comprendono l'utilizzo di programmi per l'ufficio, il navigare sul web o il gaming. L'informatica vede editor di testo, browser e videogame sotto altri aspetti: quello che interessa non è saperli usare per come essi si presentano, è capire, analizzando i sorgenti del software, in che modo realmente funzionino per creare nuovo software o per migliorare quello esistente. Nelle università esistono dei dipartimenti e dei corsi di Informatica. Un informatico dovrebbe sempre avere un interesse genuino per i fondamenti teorici dell'informatica, che poi, per professione o per passione, spesso faccia lo sviluppatore di software è naturale ma, potendo sfruttare le proprie capacità di problem solving in diversi ambiti, non è scontato.

Melopsittacus

Melopsittacus
Il parrocchetto ondulato (Melopsittacus undulatus), unica specie del genere Melopsittacus, è un piccolo pappagallo appartenente alla tribù dei pappagalli dalla coda larga (Platycercini).
Etimologia
Il nome Melopsittacus deriva dal greco, e significa "pappagallo melodioso".
Caratteristiche
Molto socievole
Altri nomi
Pappagallino ondulato, ondulato, Parrocchetto australiano. Tuttavia in Italia viene comunemente chiamato "cocorita", gli altri nomi comuni sono utilizzati dagli ornitologi e presso gli allevamenti professionali.
Habitat
Australia, con preferenza per le zone semi desertiche.
Stile di vita
Uccellino coloniale, vive e nidifica in gruppo.
Taglia
18 – 22 cm


Durata media della vita
10 – 12 anni, dipende da molteplici fattori sommati tra loro: primo fra tutti il ceppo di appartenenza (con "ceppo" si intende il gruppo dì appartenenza dell'esemplare); è molto importante, per selezionare un buon soggetto, costituire un ceppo soddisfacente che possa vantare animali visibilmente sani con corporatura sviluppata e buon portamento, bisogna evitare di accoppiare soggetti strettamente imparentati per troppe generazioni o che mostrino alta tendenza a contrarre infezioni anche banali. Evitare di riprodurre esemplari con piumaggio opaco, scarso o incompleto; evitare di riprodurre soggetti che mostrino una taglia inferiore rispetto alla media (18-20 cm). Curare l'alimentazione somministrando verdura e frutta fresche, scegliendo mangimi per ornicoltura professionale. Evitare condizioni di stress quali sovraffollamento o ritmo riproduttivo troppo intenso, sistemare i pappagallini in alloggi di buone dimensioni. Seguendo queste indicazioni la vita della cocorita potrà considerevolmente aumentare; vi sono casi record di soggetti vissuti oltre 17 anni di vita.
Allevamento


La cocorita, è il pappagallino più allevato in tutto il mondo. Scoperto dall’uomo bianco nel 1789 è oggi il più apprezzato tra gli uccelli da gabbia dopo il canarino. Facile da allevare, vive in una comune gabbia rettangolare di 60x60x40 cm ma può anche vivere in voliera, formando folti gruppi dove si riproduce in nidi a cassetta senza problemi di sorta.
Descrizione
Pappagallino a coda lunga con corpo slanciato. Il colore originario è il verde, in cattività sono nate tutte le tinte possibili, eccetto il nero ed il rosso. Il becco è adunco, l’occhio è nero cerchiato di giallo. Sopra al becco, in corrispondenza delle narici c’è la cera che generalmente è marrone, rosa o bianca nelle femmine e blu nei maschi (fanno eccezione mutazioni particolari come gli ino).
Alimentazione
Molto facile da nutrire, la sua dieta si compone di misto di semi per cocorite, pastoncino all’uovo, spighe di panico e pane secco. A loro piace molto anche il prezzemolo e l' insalata ma non preferisce particolarmente la frutta.
Riproduzione

Avviene in voliera, con più coppie a contatto, usa nidi a cassetta con foro d’entrata. Non usa imbottire il nido, dopo l’accoppiamento depone quattro o cinque uova candide che cova per 19 giorni. I novelli sono alimentati da entrambi i genitori con il “latte di pappagallo”, una secrezione oleosa prodotta da ghiandole poste all’altezza della gola, che si attivano nel periodo riproduttivo. A sei settimane i giovani, sono indipendenti e si possono allontanare dalla coppia.




La riproduzione nelle cocorite non ha un periodo fisso, ma avviene in ogni stagione, per salvaguardare la salute si devono lasciar fare solo tre covate l’anno, dopodiché i nidi vanno rimossi fino all’anno successivo.
Vita riproduttiva delle cocorite
Maturità sessuale: 10-12 mesi


Accoppiamento: primavera (eventualmente inverno)

Deposizione: Una settimana dopo l'accoppiamento, nel pomeriggio a giorni alterni (ma anche tutti i giorni)

Numero uova: 2-12, normalmente 4-6

Durata della cova: 19-23 giorni

Alla schiusa: completamente implumi e con gli occhi chiusi

Le prime piume: a 3-4 giorni

Apertura occhi: a 8 giorni

Mantello quasi completo: a 3 settimane

Prime uscite dal nido: a 4 settimane

Svezzamento: a 6 settimane

Vita riproduttiva: 6-7 anni
Vita in cattività
Questo volatile ha saputo adattarsi splendidamente alla vita reclusa, adattandosi di volta in volta alle diverse situazioni: le molte mutazioni di colore ne sono la prova palese, l’ondulato “ancestrale” (piumaggio del selvatico) si presenta con fronte e testa gialle, ali e nuca verde più meno scuro con ondulazioni nere ben segnate (da qui il nome comune di ondulato). Come detto le tinte dell’ondulato oggi sono innumerevoli e contemplano pezzature, soggetti monocolore ed anche soggetti in cui il tipico disegno del piumaggio e scomparso per lasciare il posto a colori uniti spesso vivaci, ma a volte molto tenui e appena visibili. La serie comincia a partire dal 1915 e la prima mutazione apparsa è il “lutino” (giallo ranuncolo con occhi rossi), seguita 10-12 anni dopo dal classico e diffusissimo “blu faccia bianca”, le altre colorazioni sono tutte molto più recenti. Una precisazione, il soggetto “albino” non è una mutazione apparsa per adattamento alla costrizione, ma un “difetto” genetico che compare sporadicamente in natura in tutti gli animali e raramente nell’uomo: il fatto che gli uccelli albini siano più frequenti in gabbia che in natura è una chiara conseguenza dell’uomo e della selezione mirata.




Oltre al colore esiste un’altra tipologia di cocorita nata dall’ allevamento selettivo, nota come “ondulato inglese”, che differisce dai comuni per la forma del corpo più arrotondata e dal petto prominente, dal temperamento “silenzioso e tranquillo”, e per le dimensioni (22-24 cm). Può essere alloggiato con la cocorita comune ma va controllata, poiché da quest’ultima subisce spesso maltrattamenti di vario genere. Infine va precisato che non è adatto alla sistemazione in voliere grandi per via della scarsa attitudine al volo protratto.

Il Pastore Tedesco





Classificazione FCI

Gruppo Cani da pastore e bovari (1)

Sezione Cani pastore (1)

Sottosez.

Standard n. 166 del 23/03/91 ([ en] / [ fr])

Nome Deutscher Schäferhund

Varietà '

Tipo

Origine Germania

Altezza al garrese 60-65cm

Peso ideale 30-40kg


Il Pastore tedesco è una razza canina di origine tedesca (come dice il nome). Il pastore tedesco viene anche chiamato pastore alsaziano, in quanto, nella Francia e nell'Inghilterra della prima guerra mondiale, ogni nome che ricordasse i popoli nemici veniva cambiato; così si diffuse l'uso di definire la razza Pastore alsaziano. Questo uso si è in parte mantenuto fino ai giorni nostri per definire per lo più i soggetti di grande taglia e a pelo lungo (vedi paragrafo Storia). La sua dote principale è quella della versatilità di impiego. Oggi viene raramente utilizzato come conduttore di gregge, mentre è molto diffuso nei servizi di Protezione civile come cane da valanga, e da ricerca di persone disperse, sia in superficie che in macerie; è diffuso come cane da guida per ciechi (anche se in questo campo sta venendo soppiantato da razze come il Golden Retriever ed il Labrador Retriever), ed è diffusamente impiegato dalle Forze di Polizia di tutto il mondo come cane antidroga e antisommossa. Tutto questo oltre ad essere un eccellente cane da compagnia, oltre che da guardia della proprietà e da difesa personale. Il Pastore tedesco è anche una razza molto utilizzata nell'ambito cinematografico. In Italia la razza è ben allevata ormai da diversi decenni. La più importante manifestazione cinotecnica al mondo di questa razza è la "Siegerschau" che si svolge annualmente in Germania, alla quale partecipano centinaia di soggetti, tra i più rappresentativi del mondo. Attualmente dagli allevatori tedeschi viene fatta una dura selezione che adotta come criteri la funzionalità e il carattere.
Storia
Il selezionatore della razza fu il Cap. di Cavalleria Friedrich Emil Max Von Stephanitz, alla fine del XIX secolo. Il suo scopo era quello di ottenere una razza da lavoro, robusta e ben addestrabile, utilizzando vari ceppi locali di cani da pastore presenti in diverse regioni della Germania. Le due tipologie principali sulle quali si basò il Cap. Von Stephanitz furono: il pastore del Baden-Württemberg, regione confinante con l'Alsazia, un cane robusto, di taglia medio-grande e di pelo lungo di colore nero-focato, ed il pastore della Turingia, di taglia leggermente inferiore, più scattante ma anche maggiormente aggressivo, con pelo corto di colore grigio. Ripetuti incroci e selezioni di queste ed altre varietà portarono entro la fine del XIX secolo alla stabilizzazione della nuova razza, e alla fondazione, nel 1899, del primo club di razza, lo Deutsche Schäferhunde Verein (S.V.). Il primo standard venne pubblicato nel 1901.


Aspetto
Il pastore tedesco è un cane di taglia medio-grande, leggermente allungato, forte e ben muscoloso. Il carattere è equilibrato, dai nervi saldi e sicuro di sè, di indole normalmente tranquilla con i familiari, non si può però dire lo stesso del suo rapporto con altri animali ed umani estranei. È docile, caratterizzato da buona combattività, tempra e coraggio, caratteristiche che lo rendono facilmente addestrabile a tutti gli impieghi, dalla guardia alla difesa, dalla pastorizia all'accompagnamento.




La testa è cuneiforme e la fronte leggermente convessa quasi senza solco mediano. Ha occhi a mandorla molto scuri. Le orecchie sono erette, a punta e rivolte in avanti, il naso è diritto, con tartufo di colore nero. La mascella e la mandibola sono forti. Possiede 42 denti con chiusura a forbice. Ha un collo e un dorso robusto.



Gli arti anteriori sono diritti e paralleli mentre quelli posteriori sono leggermente arretrati. La pianta del piede è dura e di colore scuro. La coda di solito arriva fino all'altezza del garretto e nella parte inferiore ha il pelo più lungo. Il pelo è duro, di lunghezza media, fitto, ben aderente e con abbondante sottopelo; il colore è nero con focature rosso-bruno, brune fino al grigio; il colore può essere anche nero o grigio uniforme con sfumature più scure. Lo standard esclude il pelo lungo ed il colore bianco, sebbene un'unica macchia bianca è ammessa all'altezza dello sterno.



L'altezza al garrese, per i maschi, è tra i 60 e i 65 cm ed il peso va dai 30 ai 40 Kg. In media per le femmine l'altezza è tra 55 e 60 cm con peso tra 22 e 32 Kg.



Le patologie più ricorrenti, dovute più ad uno spregiudicato allevamento commerciale che ad una predisposizione morfologica, sono la displasia congenita dell'anca, del gomito e del ginocchio, la piodermite profonda, le fistole perianali.



La moderna cinologia internazionale lo colloca al 1° posto tra le razze canine più intelligenti.

Cure
Accenni alla gestione del carattere e dei comportamenti




Il cucciolo già da quando lo si ritira dall'allevamento (fase post-svezzamento) ha bisogno di socializzare verso altri cani e animali, persone; parimenti si rende opportuno condurlo in luoghi o porlo in contesti situazionali dove abbia modo di ampliare il proprio bagaglio di esperienza in stimoli e sensazioni (parchi cittadini, strade e quartieri trafficati, ecc). Non è un cane per principianti sebbene la duttilità ad ambientarsi ad una determinata condizione di vita sia compatibile in funzione dell'attaccamento verso il proprio riferimento umano. Proprio per questa ragione il pastore tedesco è un cane col quale convivere e condividere esperienze e situazioni. Non a caso i primi selezionatori della razza vollero concepire l'allevamento del pastore tedesco affinché si consolidasse nel genotipo una certa attitudine all'impiego ausiliario verso le attività umane. Il cucciolo, una volta giunto nella famiglia (umana) di adozione, deve sentirsi perfettamente integrato avendo ben chiaro quale ruolo e posizione gerarchica rivestire. Cedimenti in tal senso, gap gestionali e qualsivoglia mancanza da parte dei riferimenti umani, alle volte possono determinare delle anomalie comportamentali alle quali dover porre rimedio in tempi brevi e nel modo più consono possibile facendo riferimento alle competenze specialistiche on-site o presso le opportune sedi (tutor addestrativo, comportamentista, campi di addestramento, ecc, ecc). Gli accadimenti in tal senso possono essere svariati, a partire dall'atteggiamento prevaricatore del cucciolone di 6-8 mesi nei confronti dei componenti della famiglia più timorosi (donne e bambini), mordicchiamento ludico, ma insistente all'estremità corporee esposte della persona (mani e caviglie), allo stesso modo eccessiva espansività verso amici e invitati della casa, ecc, ecc, - per contro - si possono annoverare piccoli atti di coercizione nei confronti del cucciolo determinati da buffetti reiterati su collo e testa impiegando giornali arrotolati o piccoli oggetti di pari consistenza, sgrollamenti energici alla pelliccia per distoglierlo dallo sporcare in casa, ecc, ecc, - ovvero, approcci errati i cui esiti possono solo renderlo sottomesso e timoroso. In definitiva, il pastore tedesco deve essere educato secondo le consuetudini e le necessità del "branco umano" d'adozione, comprendere che ad un comando vocale si deve adeguare da subito nel comportamento avendo compreso la richiesta. Allo stesso modo deve essere in grado di recepire le differenze fra un "cucciolo d'uomo" e l'adulto quindi rapportarsi (alle volte fin troppo pazientemente!) di conseguenza. La gestione del suo carattere, rapportata al contesto familiare d'appartenenza, deve armonizzarsi sinergicamente con la sua indole affinché le doti psichiche del pastore tedesco possano evincersi al meglio (vedi Standard FCI n°166/1991 - Carattere)[1]



Toelettatura



I lavaggi frequenti non sono richiesti, tuttavia al termine della stagione fredda è possibile utilizzare shampoo dermatologicamente testati (PH compatibile 8,2 - 8,6) allo scopo di detergere e rinfrescare la cute In ogni modo, il mantello di un esemplare di pastore tedesco, in buone condizioni di salute, richiede di essere pettinato e spazzolato almeno una volta al giorno per ovviare alle più comuni esigenze di pulizia, impiegando idonei accessori da toletta (pettine con rima dentata in metallo, non troppo fitta, ed una spazzola dotata di setole semi dure, meglio se naturali). Il cane va abituato alla toelettatura fin dalla tenera età, non solo per facilitarne lo svolgimento anche in età matura, ma anche per imbastire un opportuno sodalizio un'importante tattile. Non in ultimo per importanza, il rassetto giornaliero del manto si rende un'ottima occasione per verificare le condizioni generali di salute del cane per mezzo di un'attenta osservazione dei vari distretti anatomici durante l'operazione di pettinatura o spazzolatura del mantello. Ad esempio, in specie nei primi mesi caldi, al ritorno da una passeggiata nei prati sarà cura del proprietario verificare che non siano allignate delle piccole zecche sul manto del cane, idem dicesi per i temibili forasacchi e le conseguenze che possono apportare alla salute del cane, se non rimosse immediatamente (interno orecchio, orefizio nasale, pianta dei piedi, ascelle, ecc, ecc).

San Giovanni in Persiceto (in bolognese San Żvân) è un comune italiano di 26.492 abitanti in provincia di Bologna; sito a 21 km dalla città di Bologna, ad ovest del torrente Samoggia e del fiume Reno, in una zona di vecchia bonifica.
Cenni storici
Il territorio del Comune di S. Giovanni in Persiceto fu abitato, almeno nella parte alta (meridionale), fin dalla preistoria: per esempio, sono presenti resti dell'antica civiltà del bronzo e della prima età del ferro; sulla base della tradizione classica e della toponomastica si ritiene certa la presenza di comunità galliche. L'occupazione del territorio da parte dei Romani è testimoniata dalle superstiti tracce della centuriazione (II sec. a. C.); non esiste invece traccia o testimonianza di un centro abitato: si può ipotizzare l'esistenza di un vicus, non certo di un oppidum.




Sul Persicetano nell'epoca tardoromana le fonti storiche sono mute o pressoché inesistenti: forse queste terre e queste popolazioni furono toccate dalle invasioni barbariche, certamente dalle alluvioni, le cui conseguenze sono ancora evidenti nella zona ad est della città. Le terre abbandonate tornarono paludose e boscose, fino a quando, sotto il dominio dell'Esarcato di Ravenna, non furono riprese le opere di contenimento delle acque. In epoca bizantina attraversò il territorio una linea difensiva eretta contro i Longobardi, i quali tuttavia, con Liutprando, intorno al 727, la sfondarono ed occuparono, tra gli altri, il castrum Persiceta (prima di quell'anno il toponimo non è documentato). È probabile che risalga ad epoca longobarda la caratteristica forma urbis del vecchio nucleo della città: il Borgo Rotondo.



Caduto il regno longobardo (774) il distretto altomedioevale di Persiceto (poi San Giovanni in Persiceto) appartenne a lungo al Contado di Modena che si estendeva fino al Samoggia; sul territorio persicetano esercitò la propria supremazia l'Abbazia di Nonantola; ma si può ritenere che già nel IX secolo esso passasse al Contado bolognese: infatti è probabile che verso la metà di quel secolo sorgesse la pieve di San Giovanni ad opera dei vescovi di Bologna. Risalgono forse a quell'epoca le prime concessioni ai persicetani di vaste estensioni di terreni incolti e paludosi ad meliorandum da parte degli abati di Nonantola (parte occidentale) e dei vescovi bolognesi (parte orientale): terreni che costituiranno i beni della futura Partecipanza agraria.



Dopo un breve periodo di autonomia (tra il sec. XI e il sec. XII), il Comune di S. Giovanni in Persiceto passò sotto il dominio politico di Bologna, della quale seguì poi le sorti: fu pertanto soggetto alla signoria dei Pepoli, dei Visconti, dei Bentivoglio e, all'inizio del sec. XVI, fu assoggettato definitivamente al dominio pontificio. Il 'castello' o 'terra' di S. Giovanni in Persiceto nei secc. XIII e XIV si ampliò con la formazione di una seconda cerchia fuori del Borgo Rotondo e con la creazione di altri borghi esterni, circondati, come il castello, da fosse, palancati e porte; ma, a causa della ribellione dei Persicetani, fin dal secondo decennio del Quattrocento il maggior Consiglio di Bologna deliberò di distruggere i borghi esterni e i relativi palancati, di colmare le fosse e di abbattere tutte le costruzioni che potessero servire da fortilizio; i borghi furono distrutti soltanto nel 1481, durante la signoria di Giovanni Il Bentivoglio, mentre negli anni successivi il castello fu munito di nuovi bastioni e terrapieni assumendo la forma rimasta poi fondamentalmente invariata per circa quattro secoli; si deve al Bentivoglio anche la costruzione, verso la fine del sec. XV e su disegno di Gaspare Nadi, del vasto palazzo che nel 1612 fu acquistato dalla comunità e che, più volte modificato, è ancora oggi adibito a residenza municipale.



Negli ultimi lustri del dominio bentivolesco fu avviata l’escavazione del Cavamento, un collettore delle acque dei terreni bassi di S. Agata, Crevalcore e S. Giovanni in Persiceto: vaste zone del territorio persicetano settentrionale divennero coltivabili e abitabili, tanto che nell'ultimo trentennio del cinquecento fu costruita una nuova chiesa e istituita la nuova parrocchia di San Matteo della Decima. Per riconoscenza, a Giovanni Il Bentivoglio i Persicetani donarono una vasta pezza di terreno, sulla quale sorse poi la villacastello "La Giovannina".
Monumenti e luoghi di interesse
A San Giovanni in Persiceto ha sede ufficialmente il Museo del Cielo e della Terra, il museo della scienza dell'area metropolitana bolognese, del quale è presidente Giorgio Celli. Si tratta di un museo diffuso che si sviluppa in più poli sui Comuni di Terre d'acqua (Persiceto, Sant'Agata Bolognese, Crevalcore, Anzola dell'Emilia, Sala Bolognese e Calderara di Reno). Nel comprensorio persicetano si trova l'Area astronomica del museo (Planetario e osservatorio astronomico), l'Orto Botanico "Ulisse Aldrovandi", l'Area di riequilibrio ecologico "La Bora" (all'interno della quale c'è il Laboratorio dell'Insetto) e il Laboratorio di Scienza e Tecnologia per ragazzi "Tecnoscienza" dell'Università di Bologna.




La Chiesa Collegiata di San Giovanni Battista, iniziata nel 1671[1] conserva importanti dipinti di pittori bolognesi, tra i quali Guercino, Francesco Albani, Ubaldo Gandolfi, Alessandro Guardassoni). Inoltre il campanile ospita la più antica campana presente nel Bolognese, fusa nel 1318. Il Museo d'Arte Sacra e Quadreria Civica raccolgono opere provenienti da enti ecclesiastici e non di San Giovanni in Persiceto e del circondario. Il patrimonio più antico è costituito da 5 corali miniati da Nicolò di Giacomo attorno al 1370, che costituivano l'apparato liturgico completo della collegiata persicetana. Il Museo conserva inoltre notevoli opere pittoriche che ricoprono un arco cronologico che va dal '500 (San Giovanni del Francia) fino ai primi anni del XX secolo (Salomè di Alberto e Fabio Fabbi). Il Museo è visitabile tutte le domeniche dalle 9.00 alle 12.00 e il sabato solo su prenotazione.



San Giovanni in Persiceto è comunque una cittadina tranquilla, con relativo traffico, che si può benissimo attarversare in bicicletta; è dotata di molte aree verdi e parchi per bambini. Di notevole estensione il campo sportivo, che comprende piscine, campi da calcio, piste di atletica e il campo da basket.
Evoluzione demografica
Cultura
Personalità legate a San Giovanni in Persiceto


Clelia Barbieri (1847-1870), religiosa, santa

Ercole de Maria (?-1640), pittore allievo di Guido Reni

Marco Belinelli, cestista NBA nei Toronto Raptors

Alberto Bergamini (1871-1962), giornalista e senatore, fondatore de il Corriere del Polesine e primo direttore de Il Giornale d'Italia; ideatore della famosa terza pagina (culturale) all'interno di un quotidiano

Stefano Bicocchi (1957), in arte Vito, comico e attore

Agostino Bignardi (1921-1983), senatore nel Partito Liberale Italiano

Giorgio Celli, etologo, docente universitario, scrittore e conduttore televisivo

Andrea Cotti, poeta, scrittore e sceneggiatore

Giulio Cesare Croce (1550-1609), cantastorie e scrittore, autore della figura del contadino Bertoldo a cui si aggiunse poi quella del figlio Bertoldino

Cristoforo da San Giovanni in Persiceto, ebanista, autore della porta lignea della Biblioteca Malatestiana di Cesena, il 15 Agosto 1454

Paolo Dondarini (1968), ex arbitro internazionale di calcio

Giuseppe Fanin (1924-1948), Servo di Dio, sindacalista cattolico, assassinato il 4 Novembre 1948

Fabio Garagnani, (1951) Deputato del PDL, coordinatore cittadino di Bologna

Filippo Masolini, (1970) ex calciatore di serie B

Giuseppe Montanari (1936), autore di fumetti

Liana Orfei (1937), artista e direttrice di circo

Andrea Tarozzi (1973), ex calciatore di serie A

Danio Bolognini (1901-1972), vescovo di Cremona

Massimiliano Varricchio (1976), calciatore del Calcio Padova in prestito alla Cremonese

Eventi
Ogni anno in febbraio a San Giovanni in Persiceto ha luogo il Carnevale Storico Persicetano, mentre a San Matteo della Decima il Carnevale di Decima.

Amministrazione
Sindaco: Renato Mazzuca (Partito Democratico-Italia dei Valori) dal 08/06/2009


Centralino del comune: 051 6812701

Posta elettronica: urp@comunepersiceto.it




 

Web 2.0


Che cosa è Internet?
Cosa significa Multimediale?
Web 2.0:cosa si intende con questa parola?
Cosa sono i Social Network?

Internet
Wikipedia dice che e una:
Rete di Computer mondiale ad accesso pubblico, il principale mezzo di comunicazione di massa (Mass Media )

Internet…
Chiunque possiede un computer, appoggiandosi ad un Provider (es. Libero, Tiscali, Telecom, ecc.) può accendere alla rete Internet, la rete di computer più estesa del pianeta

Internet…
Grazie a Internet possiamo avere tanti servizi come il World Wide Web (www…).
Il World Wide Web è un grandissimo insiemi di contenuti multimediali e di servizi accessibili a tutti o solo ad alcuni utenti selezionati.

Internet…
Curiosità: nel 2008 la popolazione che usava Internet era di 1,5 miliardi di persone…
Gli studiosi dicono che nel 2013, molto probabilmente, saranno 2,2 miliardi gli utenti di questa rete

Evoluzione di Internet
Internet e il World Wide Web si sono evoluti durante la loro storia.
Fino agli anni’90 Internet non era come lo conosciamo oggi…

Fino agli anni ’90- “Web 1”
I siti di un tempo erano “statici”(=fermi).
Chi naviga poteva solo scorrere pagine di informazioni e usare motori di ricerca.
Poi Internet è evoluto nel Web 2.0

Il web 2.0
Con la parola “Web 2.0” si intende uno Stato di evoluzione di Internet, Quello in cui lo vediamo e utilizziamo oggi.

Il Web 2.0, caratteristiche
I siti sono dinamici
C’è uno spiccato livello di interazione sito-utente
Appaiono i Blog
Appaiono i Social Network come li conosciamo oggi.

I Social Network
Social Network
Significa
“Rete Sociale”

Sono insiemi di persone in comunicazione tra loro interessate ad un particolare argomento o con un approccio comune alla vita di relazione

Alcuni Social Network sul Web
Wikipedia (enciclopedia on-line scritta da persone “normali”);
Youtube (condivisione video );
Delicious (condivisione dei “ preferiti”);
Facebook, Badoo (condivisione foto/video, promozione personale);
E altri (Flickr, Anobii, Twitter, ecc).